sabato, maggio 12, 2018

Pop pop pop pop pop pop corn

C'è stato un tempo in cui "Popcorn" non era un irritante modo di dire internettiano, ma altre cose, ad esempio il titolo di un brano che era lo stato dell'arte della musica elettronica.

Il titolo, Popcorn, alludeva al suono scoppiettante delle note del moog che eseguivano il tema. Ho sempre pensato che si trattasse di un modo di valorizzare una caratteristica che all'orecchio dell'ascoltatore poteva suonare come un difetto: i primi sintetizzatori facevano un suono così, si prestava particolarmente ai riff un po' ipnotici (oppure rendeva ipnotico qualsiasi riff). Non ne ho mai suonato uno ma credo che più di tanto l'esecuzione non si potesse accelerare, il che doveva renderlo uno strumento in un certo senso democratico, ma frustrante per un virtuoso, che probabilmente aveva davvero la sensazione di maneggiare mais scoppiettante più che i solidi tasti di un organo convenzionale.

Comunque probabilmente mi sbagliavo su quasi tutto, perché avevo in mente la versione del 1972 degli Hot Butter e non l'originale di Gershon Kingsley, di ben tre anni precedente. Se la versione del 1972 ormai è entrata nel girone del vintage (ai miei coetanei ricorda, ancor prima del popcorn, una pubblicità di biancheria uomo donna bambino), l'originale del 1969 è un ascolto emozionante: il riff emerge da una specie di frastuono di fondo che è davvero il brodo primordiale della musica elettronica. Nei commenti al video la gente viene a dire quanto il pezzo assomigli al dubstep, alla techno, ogni generazione ha la sua etichetta e il suo prodotto, tutti frammenti ricomposti dello stesso big bang. C'è poi il piccolo particolare che il moog di Kingsley non scoppietta come mi aspetterei, ma alla fine me lo ricordo come scoppiettavano i popcorn in un tegamino, nell'era pre-microonde?




Il successo degli Hot Butter fu tale che un gruppo italiano, La Strana Società, ne pubblicò la versione "italiana": a quei tempi si faceva così con tutti i singoli di successo, quindi perché no? A riascoltarla si capisce che in effetti il moog non era così facile e democratico da suonare. Come il popcorn, che uno riesce a bruciare anche nel microonde, figurarsi al tempo (mi ricordo certi chicchi neri carbone).

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