venerdì, aprile 20, 2007

alibi

Certo che io, se fossi il capo della Mafia, sarei una persona astuta e intelligente, anche di più di quanto già sono. E che grande capo della Mafia, sarei.

Che voglio dire: già uno della mia intelligenza sta in un bilocale, e figurati se fossi il capo della Mafia. Una masseria nel centro del nulla? Maddai. Lì ci manderei i galoppini, i quaqquaraquà che si credono domineddio perché alle elementari hanno imparato a scrivere i pizzini. Io nell’ombra starei. Finanzierei. Solleciterei. Tutto per interposta persona. Nessuno saprebbe chi sono. E quindi chi sarei?

Senz’altro sarei ricco. Agli altri l’onere di contare i miliardi e far la vita da poveracci. Ricco ma senza ostentazione, perché nessuno ha da sospettarmi. E dunque: come faccio a essere ricco in Sicilia senza che nessuno si chieda il perché? Nobile? Ma è una cosa che non s’inventa, e poi i borbonici e compagnia è tutta gente con le pezze al culo e di dubbia moralità.

Sarei industriale. L’unico industriale pulito di tutta la regione o quasi. Che se ci rifletti bene, chi si può permettere di avere un’industria pulita in Sicilia? Solo il capo dei capi della Mafia. Appunto.

Sarei ricco, ma discreto, elegante, affabile. Produrrei una cosa modernissima e innovativissima. Tutti verrebbero a chiedermi come si fa a produrre cose modernissime e innovatissime nel mezzo del medioevo mafioso, e io sotto i baffi ghignerei: Una fatica, si fa. Ma bisogna resistere, resistere, resistere.

E insomma, se non s’è capito: io se fossi il Capo della Mafia sarei Pistorio. Ma non lo sono. Quindi ho un alibi.

1 commento:

  1. Bravissimo, soprattutto per come hai scritto la biografia e per come sei riuscito a fakearla su LaStampa!
    steu

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