giovedì, aprile 05, 2018

Ma non mi chiedere che penso di te

Quando piove, canzoni sulla pioggia ne trovi quante ne vuoi. Quando c'è il sole; quando sei triste, arrabbiato, innamorato, eccetera: non è mai un problema trovare una canzone.

Ma quando ti senti inadeguato anche se stai dando il massimo e preghi che vada tutto bene anche stavolta e tutta una serie di ingranaggi che stai oliando funzionino al momento giusto invece di incepparsi e trottolare a terra: ce l'hai una canzone per una situazione del genere?

I can't help about the shape I'm in
I can't sing, I ain't pretty and my legs are thin
But don't ask me what I think of you...



Oh Well (part1) è un pezzo miracolosamente sospeso tra improvvisazione e organizzazione. La parte strumentale è un meccanismo complesso in cui tutti devono fare la propria parte e non sgarrare di un trentaduesimo. Manca solo il cantato, e forse Peter Green aveva già capito che preferiva scrivere strumentali. Così a un certo punto il meccanismo si ferma, di botto, e Green canta da solo, mettendo a fuoco già a fine Sessanta la sindrome dell'impostore: non ce la posso fare. Qui tutti mi prendono per il nuovo Eric Clapton, ma anche il vero Eric Clapton non ce la potrebbe più fare. Si aspettano miracoli e ho solo una chitarra in mano. I can't sing, I ain't pretty and my legs are thin. (D'altro canto, sono pur sempre meglio di tutti voi coglioni messi assieme, ma non chiedetemelo, ok?)

Poi la band riparte, e deve spaccare il secondo. E se non ce la fa? Infatti nel video della BBC non ce la fa; Fleetwood sui tom-tom ha come un ripensamento. Green si sta quasi per mettere a ridere, ma riesce a completare la seconda strofa. La sua preghiera. Da recitare ogni mattina, e ogni volta che ti si inceppa qualcosa. Oh, bene.

Now, I talked to God, I knew He'd understand
He said, "Stick by my side and I'll be your guiding hand
But don't ask me what I think of you:
I might not give the answer that you want me to"

È fin troppo facile definire Oh Well (part1) un pezzo bipolare – così facile che non sono riuscito a evitarlo. Green preferiva la seconda parte, uno strumentale che al tempo doveva suonare diverso da tutto ma che oggi è più datato. Oh Well è la canzone da ascoltare quando pensi di te cose bruttissime e allo stesso tempo sai che non devi mollare proprio adesso, e anche Dio, Dio stavolta in te deve crederci. Hai dei crediti da riscuotere. Non chiedere il perché. Non chiedere troppo. Andrà Bene.

(Ne ho parlato con Dio, lui sa che sono stanco: "Guido la tua mano", ha detto, "sta' al mio fianco. Ma non chiedermi che penso di te: potrei dare la risposta che non vuoi da me).

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