giovedì, maggio 19, 2005

il viso di Clementina Cantoni

Clementina Cantoni ha 32 anni. Quando il suo volto è passato in tv, io ho avuto paura: di conoscerla. Ho dovuto penare un po' per convincermi di non averla mai incontrata. Qualcosa del genere, in passato, mi era già successo con Simona Pari e Simona Torretta.

Sarà forse che queste cooperanti, nelle foto in cui sorridono, hanno davvero quell'aura qualunque della vicina di casa, della compagna di classe. L'idea che qualcuno le abbia rapite, che qualcuno possa deliberatamente farle del male, mi disturba nel profondo, più in profondo del solito fastidio del telespettatore sensibile alle tragedie del mondo. Naturalmente, ogni giorno in Iraq e in Afganistan (e altrove) muoiono decine centinaia di persone: ma non hanno il volto di una mia compagna di banco.

Ora mi tocca disseppellire una parola che odio ma è inutile girarci tanto intorno: generazione. In un senso più lato ma neanche troppo lato Simona Torretta, Simona Pari, Clementina Cantoni, sono davvero mie compagne di classe o pianerottolo. Appartengono alla mia generazione. Ho questa illusione forte, di capire esattamente perché sono lì e perché fanno quel che fanno. Se le sento parlare, mi sembra di aver chiacchierato con loro a lungo anche troppo a lungo, finché erano loro a voltare il sacco a pelo e buonanotte, domattina c'è molto da fare.

Anche Enzo Baldoni mi era in qualche modo familiare: amava cose che io amavo, traduceva i miei fumetti preferiti, aveva motivazioni forse un po' stravaganti che però riuscivo a capire. Anche Giuliana Sgrena. E sì, anche Fabrizio Quattrocchi, per quel poco che ho imparato di lui, si lasciava identificare con un certo tipo di italiano che conosco. Ma quelli, appunto, erano pubblicitari, giornaliste, avventurieri: storie già sentite, ma che non erano la mia. La mia (pensavo) è ancora tutta da scrivere.

Con queste tre donne è diverso. Le chiamo donne, perché è giusto: e quindi, siccome ho esattamente la loro età, io sarei un uomo.
Queste donne, dicevo, dai visi ordinari, con notevoli competenze e ammirevole incoscienza, stanno scrivendo la pagina più interessante della loro generazione. Io, intanto, sto in Italia e scrivo di blog. Cosa scrivo? Rumore di fondo.

(il pezzo intero è su Vita)

domenica, maggio 15, 2005

working for the rat race

Io non me n'ero accorto, ma è così: ilderattizzatore è tornato! Dopo due anni, mi pare.

Il suo autore è lo stesso del Diario da Cuba, che a due anni di distanza continua a essere uno dei blog più belli mai scritti in Italia. A quel tempo faceva appunto il derattizzatore, una professione molto interessante e utile di cui si parla colpevolmente poco.

Oggi non fa più quel mestiere, ma ne fa uno ugualmente interessante, io trovo. E sarebbe bello sentirlo raccontare altre sue esperienze professionali, credo che riuscirebbe con poco sforzo e molta soddisfazione a creare un personaggio simpatico e acchiappante. Un po' come il Mickey Mouse anni '30-'40, che in una storia faceva l'idraulico, in un'altra il boscaiolo, in un'altra l'aviatore alla guerra mondiale, e intanto raccontava l'america: ecco, io Pocobene lo vedrei bene in quei ruoli lì.

(Invece di fare sempre il verso a Christian Rocca, che palle).

venerdì, maggio 13, 2005

la scrematura, appunto

"...una scrematura fisiologica (oggi circa il 60 per cento dei blog è costituito da diari personali) eliminerà la fuffa e premierà i weblog più utili, quelli di servizio, consolidandoli su livelli di alta professionalità"

Carlo Formenti, dicembre 2002 (in un'intervista all'Espresso, io l'ho rintracciato su Wittgenstein)

"Cari lettori,
Dopo ventinove mesi di attività (Dicembre 2002 - Maggio 2005) Quinto Stato sospende le pubblicazioni. [...] Purtroppo i progetti che avrebbero dovuto finanziare il salto di qualità non sono andati in porto, il che ci ha indotto a diradare il numero degli articoli e ad abbassare gli standard di qualità che eravamo riusciti a garantire nei primi due anni di vita del sito".
Carlo Formenti, maggio 2005
Niente da aggiungere (che non sia già scritto su Vita, intendo).

venerdì, maggio 06, 2005

ma indymedia è sotto sequestro? Sì? No?

Non ancora, direi. Il pezzo su Vita.

Un principio del giornalismo serio (non quello dei blog, per intenderci) è che i fatti riportati debbano sempre essere verificati. Il che non è sempre facile: ma quando il 'fatto' in questione avviene su internet, la verifica è spesso semplicissima e alla portata di tutti.

Per esempio, se stamattina il Corriere scrive che "Il sito Indymedia, una voce della sinistra antagonista italiana, è stato posto sotto sequestro", tutti possono andare a guardare su italy.indymedia.org e accorgersi subito che non è vero: Indymedia Italia è sempre là...

martedì, maggio 03, 2005

storie della mia Vita

Visto che non è moltissimo facile trovarli, penso di fare cosa non sgradita a segnalarvi i miei pezzi su Vita.

La truffa di Ratzingerboy

Prego, Europa.

Dossier Calipari: un blog è arrivato primo.

E poi è uscito anche un mio pezzo sul terzo numero di Sacripante!, che naturalmente vi consiglio tutto. E direi che avete da leggere per una settimana.