mercoledì, aprile 06, 2005

Unimaginative wanker

Rubrica di intrattenimento personale

Andy Warhol 'Blow job' (1964)

Trentasei minuti di macchina da presa fissa sulla faccia di un ragazzo che si suppone stia ricevendo un pompino. Blow job, il celebre film di Andy Warhol del 1964, mi pone due domande: perché si tratta un film da vietare ai minori di anni 18 come fosse un film porno (o almeno questo è quello che fa la Biblioteca della Sala Borsa di Bologna), e in secondo luogo perché è da considerare un'opera d'arte.

Niente di pornografico appare nel film, tranne il titolo. Bastano le occhiate che ogni tanto il biondino lancia verso la parte bassa dello schermo a suscitare la censura? Un ondeggiare ritmico del capo verso la fine e il socchiudere drammatico degli occhi?
Allora la pornografia sarebbe un linguaggio che scavalca il corpo. Non c'è niente di osceno ma, sembrerebbe dire Warhol, non ce n'è bisogno.
Certo, il paratesto è forte. Proviamo a dimenticare la Factory, la droga, i travestiti, le prostitute: guardando Blow job non è difficile annoiarsi. Per quasi tutto il tempo anche l'attore, sotto una luce verticale e impietosa, non sembra divertirsi più di noi. Capita di dimenticarsi del pompino. Si divaga, ci si domanda cosa stia guardando il ragazzo, se stia soffrendo (come a volte sembra), quanto sia realmente a disagio e se per davvero ci sia del sesso in corso.
Ecco allora cosa fa Blow job, portando la finzione a farsi sempre più rarefatta: sottrae al linguaggio pornografico ciò che la pornografia sottrae al sesso. Il linguaggio di Warhol riesce qui, per un istante malfermo, a illuminare il carattere di invisibilità della pornografia. E questa, cazzo, è un'opera d'arte.

4 commenti:

  1. 36 minuti, in effetti, potrebbe essere doloroso.

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  2. Leo, potrei rispondere citando "io son molto resistente / quattro ore come niente"...

    piccola postilla: "portando la finzione a farsi sempre più rarefatta", sì, ma non per questo andando in direzione della realtà.

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  3. tratto da http://www.demauroparavia.it/85543

    po|stìl|la
    1a breve annotazione o commento scritto a mano sui margini o fra le righe di un testo
    1b estens., ciascuna delle note di commento stampate nei libri a piè pagina o in appendice e talora pubblicate in volume autonomo
    2 fig., osservazione, precisazione, chiarimento: il tuo discorso è chiaro, non ha bisogno di postille...

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